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Shri Mataji

La gioventù impegnata in politica
Shri Mataji Nirmala Devi è stata attivista in prima fila impegnata nella rivoluzione nonviolenta che ha portato la democrazia in India.
Gandhi la indicò a volte, nonostante fosse una ragazza giovanissima, come sua sostituta per arringare folle immense durante i suoi digiuni.  Shri Mataji fu oggetto della repressione della polizia coloniale, essendo sottoposta anche alla prigione e alla tortura, senza mai lasciarsi minimamente scalfire nella sua fiera fede nei principi nonviolenti.

Un crocevia tra le religioni
Nirmala era di educazione cristiana, in un mondo induista; suo padre, scrittore e intellettuale, aveva tradotto il Corano in hindi; tra le molte influenze, anche il razionalismo puro dei numeri: sua madre è stata la prima donna a laurearsi in matematica della storia dell'Asia e alcuni algoritmi da lei inventati sono tutt'oggi in uso.
Insieme a Gandhi, Nirmala meditava: per noi occidentali è difficile comprendere questa unione tra la dimensione spirituale e quella civile. Potremmo forse individuare in questa scissione tra sfera sociale e cambiamento interiore la lacuna che ha limitato le nostre rivendicazioni alla sfera materiale.
Va ricordato che in quegli anni i colonialisti inglesi tentavano di aizzare il conflitto violento tra mussulmani e induisti per dividere gli indiani.
Di sé stesso, Gandhi disse che la frase della sua rivelazione fu dire "La Verità è Dio", invece della solita "Dio è la Verità". È un ribaltamento: spesso per cristiani, ebrei e mussulmani, a volte anche per induisti e buddisti, l’impegno dei religiosi in politica si è espresso prevalentemente in termini di appartenenza; è il contrario di spiritualità e quindi anche di libertà.

La cultura del corpo tra medicina occidentale e cultura degli Yogi
Cosa vi aspettereste che avrebbe fatto una rivoluzionaria democratica nonviolenta, ponte tra le grandi religioni, nel successivo mezzo secolo materialista dove sono state deificate le merci?
Per rispondere serve ancora un ultimo elemento: il corpo di ciascuno di noi, a noi così sconosciuto. È indiana la più antica e profonda conoscenza del corpo, legata alla meditazione e alla cultura antica dello yoga. Per corpo intendiamo quello vivente e pulsante percepito da colui che è quel corpo, non la sua anatomia medica.
All'università Shri Mataji ha studiato medicina: quella occidentale farmacologica e chirurgica di metà '900, così promettente (e anche così inizialmente efficace davanti alle epidemie e le malattie endemiche dell'India povera).
Ma per lei il corpo rappresentava qualcosa di più profondo, non solo un involucro carnale da salvare dalle malattie,  ma qualcosa di sacro, da conoscere con la meditazione e lo yoga.

Lo yoga di pochi
Lo yoga antico era cosa di pochissimi; l'antica tradizione ascetica di controllo dei sensi e dei vissuti da parte della coscienza: nel corso dei secoli pochissime persone, attraverso una lunga esperienza spirituale e una profonda disciplina del proprio corpo, conoscevano il segreto e lo conservavano gelosamente; lo insegnavano in genere ad un unico giovane discepolo, o comunque a pochissimi. Era quasi solo maschile e ad essa si dedicava l’intera propria vita.

Lo yoga di tutti
Era un'alba di maggio del 1970; il vento della rivoluzione culturale percorreva anche l'India, Shri Mataji aveva già 47 anni. Lei già sapeva bene che per  cambiare il mondo, occorre cambiare noi stessi.
Meditando in perfetta solitudine su una spiaggia ebbe la rivelazione che cambiò la sua vita e quella di molti di noi.
L’apertura del settimo chakra è un momento di gioia incommensurabile, solo chi l’ha provato può capirlo. È dentro noi ma è anche fuori, è la percezione chiarissima di essere parte dell’universo.
Durante quell’alba sul mare, nel momento dell’apertura del settimo chakra, tutte le esperienze spirituali, sociali, filosofiche ed emotive di Shri Mataji si unirono in un’'idea enorme eppure semplice: prendere quel segreto geloso e trovare il modo di divulgarlo, insegnarlo, metterlo a disposizione di tutti gratuitamente.

Prometeo al femminile
Quello di Prometeo, che rubò il fuoco agli déi per regalarlo agli umani, è un potente mito maschile di fulmini, titani e vulcani.
Shri Mataji ci ha regalato qualcosa di molto simile, ma in modo mite, materno, a bassa voce; intensissima, globale. Capace di aver contatti personali sempre diversi con ciascuna delle migliaia di persone che incontrava. Sempre con quegli occhi ridenti, quei gesti pacati e quel sorriso sereno.
Ha cambiato il mondo, o almeno ha cambiato la vita di quei milioni di persone che hanno conosciuto il suo “yoga spontaneo”, Sahaja Yoga.

Da quell’alba sulla spiaggia Shri Mataji cominciò ad elaborare le tecniche per diffondere tali preziose conoscenze al mondo intero, senza però sminuirle del loro valore.
L’idea era quella di permettere l’accesso allo yoga in modo semplice e naturale, senza dover rinunciare alla propria vita quotidiana, ma anzi permettendo alla propria vita quotidiana di diventare un mezzo per la propria crescita.